N°8
L’ACCUSA
Agli occhi delle altre persone quella seduta a cenare al ristorante italiano “Palmieri’s” era una normalissima coppia. Lei era Jessica O’Leary, giovane commercialista di 25 anni, una ragazza come tante. Era il suo biondo accompagnatore ad essere interessante: Clint Barton, ufficialmente “libero professionista”, in realtà era l’infallibile arciere dei Vendicatori noto col nome di Occhio di Falco. Questa sera però niente arco, frecce o maschere; stasera si era preso una serata libera per cenare in compagnia di una buona amica. Era proprio l’assoluta normalità di Jessica ad aver convinto Clint ad uscire di casa; dopo gli eventi di questi mesi - adolescenti che vogliono diventare supereroi, sfigurati scienziati pazzi che vogliono vendetta, fidanzate geneticamente modificate, combattimenti clandestini, pupe esperte di arti marziali - era davvero il caso di prendersi una serata di assoluta tranquillità.
<Avevi ragione Jess … un’uscita tra amici era quello di cui avevo bisogno. Mi sembra trascorsa una vita dall’ultima volta …>
<Si, però ricordati di portarmi a casa entro mezzanotte. Altrimenti mi trasformerò in una vampira.> scherzò lei.
<Ordinerò dell’aglio allora … no seriamente, grazie Jess. Avevo davvero bisogno di staccare la spina.>
<Figurati. Ma mi bastava una pizzeria, non c’era bisogno di venire in un ristorante così costoso … di un po’, come fai a permettertelo?>
<La fondazione Maria Stark paga a noi Vendicatori uno stipendio più alto di quello di un’impiegata …>
<Ah questo è poco ma sicuro!>
<… e inoltre, abbiamo l’assistenza sanitaria gratuita, che non è poco … specie di questi tempi. Aggiungici che i genitori di Kate mi stanno sganciando dei begli assegni per insegnare ginnastica e tiro con l’arco alla loro giovane figlia …>
<Ah! Quindi ti fai pagare …>
<Beh fa parte della mia copertura … i Bishop sono ricchi sfondati, sono abituati a pagare istruttori privati .. e poi, la mia padrona di casa è una vecchia arpia che se non sgancio ogni primo del mese mi sbatte fuori di casa …>
<Oh ma vaffanculo! “Vecchia arpia” vallo a dire qualcun’altra!> rispose Jess, sorridendo.
<Ma senti, basta parlare di me, altrimenti finiamo col tornare a parlare dei Vendicatori o degli squilibrati che ci tocca affrontare … piuttosto, c’era una cosa di cui volevo parlarti; sono venuto a sapere che hai studiato all’Actors Studio …>
<Oh ma quello è stato una vita fa!> disse Jessica, leggermente imbarazzata.
<Un mio amico ha visto la tua foto e sostiene che assomigli a Natalie Portman, sai?>
<Si, magari! Per fare le foto del book ti truccano e ti imbastiscono come una star!>
<Beh ma come mai hai mollato?>
<Per via della malattia di mio padre. Fu lui che mi incoraggiò a provare quella carriera. Vedi, papà era un vero cinefilo, e quando mamma morì e lui si ritrovò ad allevare da solo una bambina, mi trasmise la passione per la celluloide. Mentre gli altri bambini crescevano con Pinocchio, Peter Pan o Alice nel paese delle meraviglie, a me propinava Per un pugno di dollari, Rocky, Top Gun, Karate Kid …>
<Eravate molto uniti vero?>
<Puoi dirlo forte. Credo che sia a causa della sua influenza che le mie storie sentimentali si sono rivelate un fallimento … ogni ragazzo che ho conosciuto non valeva la metà di lui. Oggigiorno la maggior parte dei miei coetanei pensa al suo aspetto più di quanto facciano le ragazze, a vantarsi della loro auto o dei loro vestiti alla moda. Papà invece era così forte, così premuroso. Temo che inconsciamente faccio il paragone con lui e rimango delusa.>
<Immagino … è vero, in giro si vedono solo arroganti yuppies coi colletti bianchi o nerd che discutono esclusivamente se è meglio Stars Wars o Star Trek … ma non temere, sei ancora giovane e tanto carina. Solo sicuro che presto il principe azzurro busserà alla tua porta.> lei si limitò ad annuire, arrossendo.
Uscirono e percorsero la strada che portava al “Caffrey”, un pub irlandese che Jessica adorava, continuando a chiacchierare.
<E dimmi allora, qual è il tuo film preferito?>
<La saga del Padrino, senza ombra di dubbio. Papà lo adorava … eh eh, sai che se fossi nata maschio mi avrebbe chiamato “Marlon”?>
<”Marlon O’Leary? Beh, non suona male …>
<Aspetta, non sai il resto. La sua prima intenzione era quella di chiamarmi “Marion”, cambiando una sola lettera. Ma quando morì mamma mi diede il suo nome.>
<Una scelta comprensibile.>
<Già. E il tuo, invece? Non rispondermi “Robin Hood – Principe dei Ladri” ….>
<No, non è quello, tranquilla.> le rispose Clint sorridendole <All’orfanotrofio non avevamo molte videocassette e …>
<Videocassette? Ma quanti anni hai?> lo interruppe lei, prendendolo in giro.
<Gnè gnè … spiritosa … comunque, non avevamo molti film, e spesso rivedevamo gli stessi milioni di volte … c’era Rambo, il Giustiziere della Notte, Ritorno al Futuro, E.T. … ma per rispondere alla tua domanda, devo dire che il film a cui sono più affezionato è “Grosso Guaio a Chinatown” …>
<Come mai?>
<Per via di mio fratello Barney. Lui andava pazzo per quel film, soprattutto per il protagonista, che si chiamava “Jack Barton” … sai, per dei bambini trovare un eroe col tuo stesso cognome era una vera forza, specie se sei un orfano e l’unica cosa che ti ricordi di tuo padre è la quantità di alcool che tracannava …>
<Mmmmmm …. Da quel che ho letto su di te in qualche blog in rete, non hai solo il cognome in comune con lui …>
<Sarebbe?>
<Eh eh, in quel film Kurt Russell non era certo un mostro di diplomazia … e non lo è neppure un certo arciere dei Vendicatori che chiamava il proprio leader “vecchio ronzino”> gli disse Jessica ridacchiando. Clint però non le rispose, perché non appena passarono davanti a un grande negozio di elettrodomestici la sua attenzione fu catturata da un televisore in vetrina che trasmetteva uno spot che lo riguardava da vicino. Le immagini trasmesse mostravano un tizio vestito come Occhio di Falco che attraversava un percorso di guerra, evitando ninja e terroristi e sconfiggendoli grazie alle sue frecce tecnologiche, e grazie ad una di queste evitava lo scoppio di un ordigno nucleare. Lo slogan diceva: “Preciso e sofisticato, come la nostra tecnologia.” Il logo della R.B. System lampeggiava al centro dello schermo.
<QUEL BASTARDO DI BARLOW! L’HA FATTO DAVVERO!> gridò Clint in preda alla rabbia.
Sede della R.B.
System, il giorno dopo.
<Signore, non può entrare, io …> Falco non ascoltava nemmeno le richieste della segretaria, e andava dritto come una freccia (e come, se no?) verso l’ufficio di Roscoe Barlow. Aprì la porta con un calcio, e lo trovò impegnato in una conversazione con un potenziale cliente.
<Barlow, arrogante ciccione bastardo …>
<Mr Falco, sono in riunione adesso! Non ho tempo di…>
<Chiudi quella bocca e stammi a sentire! Tu farai cancellare quello spot, non lo farai mandare in onda mai più, CHIARO?>
<Mr Falco, ma perché la fa tanto lunga? Le ho già detto che sono disposto a pagarla profumatamente se decidesse di legare il suo nome alla mia azienda … mi creda, è il business del futuro! Ha cominciato la Stark con Iron Man, ma ben presto molte grandi ditte cominceranno a legare il proprio nome a quello di un supereroe famoso … voi siete i Michael Jordan del ventunesimo secolo! Si dice che anche che abbiano visto Pugno d’Acciaio presso gli uffici della Rand-Meachum Corp ed è solo questione di tempo che la Spectocorp e la Richmond ne ingaggino uno … impari a seguire la corrente e vedrà che non se ne pentirà!>
Falco lo afferrò per la cravatta e lo tirò a se:
<Apri quelle dannate orecchie Barlow, perchè non te lo ripeterò ancora: IO E TU NON SIAMO SOCI NE’ MAI LO SAREMO! FICCATELO BENE IN TESTA PERCHE’ LA PROSSIMA VOLTA CHE VENGO A SAPERE CHE USI IL MIO NOME PER INGRASSARTI ULTERIORMENTE GIURO CHE TORNO QUI E TI INFILO LA TESTA NEL CESSO!>
<Ms Patterson, chiami la sicurezza!> disse Barlow, visibilmente impaurito. Falco però lo lasciò andare e prese l’uscio, voltandogli le spalle e andandosene via ancora il nervoso addosso. Nei giorni seguenti lo spot fu bloccato e non andò più in onda, e la scaramuccia tra Barlow e il Vendicatore fece il giro della nazione. In tutte le riviste e le trasmissioni di gossip non si parlava d’altro.
Un cimitero di
New York, in quegli stessi giorni.
La lapide riportava il nome di Joe Carson, ma la città lo conosceva con il nome di “Injun Joe” (1) ,sopranome affibbiatogli per via del personaggio di Tom Sawyer. Nel corso degli anni s’era fatto una certa reputazione nel mondo della mala, fino a quando sulla sua strada non incontrò un gruppo che si faceva chiamare il Trust, che mise fine alla sua ambizioni e alla sua vita. Quello che non tutti sanno è che Joe anni prima conobbe una giovane e bellissima donna ispanica, Esmeralda Lopez, dalla quale ebbe una figlia, Maya. La bambina però nacque sorda, e le visite mediche e le cure di cui necessitava erano piuttosto care. Ancor più costosa era la “scuola per bambini con problemi di apprendimento” in cui iscrissero la bambina. Forse fu anche per questo motivo che il vecchio Joe si diede al crimine, per dare una vita privilegiata alla sua bambina handicappata, anche se questa scelta gli costò il matrimonio e l’affidamento della figlia, che da quel giorno prese il cognome della madre. Ma Maya non era una sorda qualunque; ben presto si scoprì che in realtà era dotata di un talento straordinario, che le permetteva di ripetere alla perfezione qualunque movimento vedesse, per quanto complicato. Questo le permetteva di parlare correttamente, ripetendo i movimenti delle labbra che leggeva. Alla morte della madre, Joe iscrisse sua figlia in un prestigioso istituto privato per ragazzi prodigio, sperando che forse la ragazza diventasse una persona rispettabile senza doversi immischiare nei loschi affari che alla fine lo avevano portato ad essere sepolto qui prematuramente. Maya Lopez non veniva a trovarlo molto spesso, non quanto avrebbe voluto almeno, ma per l’anniversario della sua morte, qualunque cosa accadesse, tornava sempre qui per portargli dei fiori freschi e a dire qualche preghiera. Non erano in molti a sapere di questa sua tradizione, ma qualcuno se ne ricordava.
Camminava lungo il viale che portava quando vide il riflesso che le fece evitare quella prima freccia. Con la coda dell’occhio scorse una sagoma in lontananza che si allontanava velocemente. Si prese un secondo per esaminare la freccia e notò che era della stessa fattura di quelle utilizzate da Occhio di Falco. Non sospettò di lui neppure per un secondo, quando si lanciò all’inseguimento pensò si trattasse di un sicario di Taskmaster giunto sul posto per farle pagare il tradimento. Solo lui sapeva dove trovarla quel giorno. Corse tra le lapidi all’inseguimento del suo assalitore, raggiungendolo in pochi minuti. Si accorse che era una donna che indossava una tuta completamente nera con guanti, stivali, cintura e un cappuccio viola, un costume che non aveva mai visto e che non le diceva nulla. Impossibile dire chi fosse.
<Ti manda Taskmaster, vero?> le chiese, ma l’altra non disse una parola e in tutta risposta le lanciò un’altra freccia. Maya fu incredibilmente rapida nell’evitare anche questa, e con uno scatto le fu addosso, cercando di stenderla con un pugno. L’altra parò il colpo e cercò di ricambiare la cortesia; in pochi secondi le due donne cominciarono a scambiarsi colpi, circondate dal silenzio e dalle lapidi del cimitero. Maya notò la bravura della ragazza: c’era un certo “nonsoche” di familiare in lei, doveva essere uno delle molteplici allieve avute nel corso degli anni. Era abile, molto veloce ed agguerrita, ma ancora imprecisa ed immatura e a poco a poco riuscì ad avere la meglio su di lei, atterrandola con un calcio all’addome.
<Se Taskmaster voleva farmi la pelle, non avrebbe dovuto mandarti da sola.> le disse Maya <Sei brava, ma non abbastanza.>
<N-Non sono qui per farti la pelle, ma per fermarti … non posso credere a quello che hai fatto, a come mi hai deluso …> la ragazza tirò indietro il cappuccio e si tolse la mascherina nera, rivelando il suo viso alla sua incredula avversaria.
<Kate? Non ci posso credere … sei davvero tu … ma come … e perché …>
<Ma proprio tu mi chiedi perché? Tu? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Sei complice di un’associazione criminale!>
Ad un tratto a Maya fu tutto lampante: l’arco e le frecce, l’abbinamento dei colori del costume, tutto quanto aveva un senso.
<Tu … lavori per Occhio di Falco? Ti ha mandato lui?>
<No, non mi ha mandato lui … non sa nemmeno che sono qui. Ma mi ha detto tutto Maya … ma come hai potuto? Quelle ragazze morte ammazzate … >
Sentendo quella frase avvertì una stretta allo stomaco.
<E’ complicato Kate … prima di tutto non sapevo che quella ragazze fossero sacrificabili … ho solo insegnato a loro come ho fatto con te …>
<Su richiesta di un famigerato criminale! Ma lo sai chi è Taskmaster? E’ ricercato dall’F.B.I., si è scontrato coi Vendicatori … mio dio, ma cosa ti è passato per il cervello?>
<Te lo ripeto, è una faccenda complicata … molto più di quello che tu pensi. Ma ora è tutto finito, io … quello che mi ha detto Occhio di Falco mi ha fatto riflettere. Non potevo continuare con quella vita. Così li ho mollati e adesso …>
<”E adesso” cosa? Vuoi fare la fuggitiva? Ti daranno la caccia, e tu lo sai … maledizione, lo so persino io che non si può uscire da quel giro! No, tu devi costituirti e parlare con la polizia … loro ti proteggeranno. O ci vai da sola o ti ci porterò io con la forza …> disse Kate con voce rabbiosa, rialzandosi in piedi.
<No, non posso farlo … e tu non mi fermerai. Mi dispiace Kate, ti chiedo solo di fidarti di me …>
<Fidarmi di te? Come puoi chiedermi una cosa del genere? Cazzo, eri la mia eroina Maya … il mio modello, la sorella maggiore che ho sempre desiderato … volevo essere come te! Ma ora … lo sai cos’ho provato quando ho scoperto che la mia sensei è la complice di un criminale? Dì, lo sai almeno chi fosse quella Mimo di cui insegnavi le mosse? >
<Si. Era un Vendicatore ed era un’amica molto cara del tuo mentore …>
<Era sua moglie Maya, sua moglie! Ed è morta per salvargli la vita! E tu e quei bastardi gli avete fatto rivivere quel terribile momento … e se lo avessero fatto a te, eh? Se ti avessero fatto rivivere la morte di tuo padre cosa avresti fatto tu?>
<Io …> non aggiunse più niente, si sentiva colpevole come non mai. Qualcosa le si spezzò dentro e le lacrime cominciarono a scendergli dagli occhi. Non c’erano parole per giustificarsi. Kate sentì la sua rabbia diminuire quando vide il suo pianto. Era venuta fin qui per battersi con lei, ma adesso tutto il fuoco che le ardeva dentro si era spento. Ora davanti a lei c’era solo la cara amica a cui aveva sempre voluto bene.
Le andò vicino e l’abbracciò.
<Raccontami tutto Maya …. Io sono tua amica …>
Qualche sera
dopo, davanti al “Gordon Ramsay at the London”, New York.
Il ristorante era
tra i più rinomati della città. Apparteneva ad uno dei più famosi chef del
mondo, ed era frequentato dai più facoltosi appartenenti all’alta società della
Grande Mela. Roscoe
Barlow rientrava in questa categoria ed era un cliente abituale. Non doveva
neppure chiamare per prenotare, e aveva sempre un tavolo
riservato. Questa sera, poi, accanto a lui c’era una di quelle donne che non
dimentichi facilmente. Era decisamente più giovane di lui e l’abito attillato e
le calze a rete che indossava lasciavano davvero poco all’immaginazione. Tutta
l’attenzione era rivolta alle sue deliziose forme, ma se un acuto osservatore
con buona memoria si fosse fermato a guardarla
in volto, nonostante si fosse da poco tinta i capelli di biondo, avrebbe
riconosciuto nella sua accompagnatrice Zelda DuBois, la famosa Principessa Pitone, (2) fino a
qualche hanno fa ricercata come membro di quello che
veniva chiamato dai giornali il “Circo del Crimine”. Sembrava che da qualche
anno fosse uscita dal giro, e ora era chiaro a tutti
il perché; aveva beccato il classico “pollo da spennare”. L’ insolita coppia
(anzi, non così insolita al giorno d’oggi)
uscì dal ristorante e si fermò davanti all’ingresso in attesa che la
limousine arrivasse a prenderli. Tutto come da copione, insomma, se non che
improvvisamente da sopra un palazzo adiacente una figura blu e viola si lanciò
nel vuoto e con un grande slancio si aggrappò ad un lampione posto lì di fronte
e ruotando come un ginnasta alla sbarra vi balzò di sopra. Lo spericolato
acrobata era vestito esattamente come Occhio di Falco.
<Ancora lei?
Cosa vuole ancora? L’avverto che io …> esclamò Barlow.
Falco estrasse
dalla faretra una freccia, la incoccò e la scagliò verso di lui, centrandolo in
pieno petto.
Zelda DuBois che era al suo fianco
cacciò un urlo di terrore e s’inginocchiò su di lui, sostenendogli la testa
come se quel gesto bastasse a fermare l’emorragia.
Falco rimase sul lampione
a fissare la sua vittima per quasi un minuto, poi rivolse il suo sguardo verso
la folla circostante, che venne colta dal panico e iniziò urlare. Incoccò una
freccia-rampino e la lanciò verso l’alto, poi aggrappandosi al cavo sparì verso l’alto, rapido come era apparso.
Roscoe Theodore Barlow muore a
68 anni trafitto da una freccia in pieno petto.
Il giorno dopo
attorno alla base dei Vendicatori si scatenò una vera caccia all’uomo: c’erano
uno stormo di giornalisti che attendeva l’uscita di Occhio di Falco.
<NON CREDERETE
DAVVERO CHE SIA STATO IO?> urlò l’arciere.
<Sta calmo
Clint … nessuno di noi pensa che sia stato tu.> gli disse
Wasp.
<E’ stato quel
bastardo di Taskmaster, lo so! Solo lui ha i mezzi e
le capacità per spacciarsi per me! Ma appena lo becco io ….>
<Tu non farai niente. Ci sono due poliziotti
all’ingresso. Ti devi costituire, abbiamo garantito che non opporrai la minima
resistenza.> disse la
Visione, presidente in carica.
< Come? Di già?> ma era ovvio, dopotutto. La base dei Vendicatori
era il primo posto dove le forze dell’ordine potevano andare a cercarlo.
< Sta tranquillo, ho provveduto ad avvisare Inger Sullivan, sta già lavorando alla tua difesa. Ma non
possiamo andare contro la legge con azioni da vigilantes. Siamo Vendicatori e
dobbiamo dare l’esempio.>
Clint sapeva che
aveva ragione, essendo stato anche lui presidente non molto tempo fa. Il suo
istinto di strada gli diceva di scappare da lì, darsi alla macchia e dare la
caccia al vero colpevole … ma questo è quello che avrebbero fatto l’Uomo Ragno e Devil,
ovvero cani sciolti. Ma lui era un Vendicatore, uno dei più famosi, e dunque
doveva fare le cose secondo le regole. Consegnò il suo arco e la faretra e
accompagnato da Jarvis andò verso l’ingresso, dove si
consegnò ai due poliziotti.
<Buona
fortuna, signore …> disse affettuosamente il maggiordomo.
<Hai il
diritto di non parlare, qualsiasi cosa tu dirai potrà essere usata contro di te
in tribunale. Hai diritto ad un avvocato, se non te ne puoi permettere uno te
ne sarà assegnato uno d’ufficio. Hai capito quali sono i tuoi diritti?> gli
disse l’agente. Occhio di Falco uscì dalla porta e percorse il viale rimanendo
in silenzio, ma una volta uscito dai cancelli cominciò ad inveire contro i
giornalisti:
<Falco, perché hai ucciso Barlow?>
<E’ stata una questione di soldi?>
<Perché, Falco?>
<Ti espelleranno dai Vendicatori?>
<Cosa ne ha ricavato dalla sua morte?>
<Perché in pubblico, Falco?>
<ANDATE AL
DIAVOLO, MALEDETTI SCIACCALLI! VI FARO’ RIMANGIARE TUTTO!> sbraitò, prima di
entrare nella volante.
La notizia del
suo arresto andò su tutti i notiziari del mattino.
A Coney Island,
Jessica O’Leary si stava preparando il caffè e accese la TV per avere notizie
sul traffico quando apprese del suo arresto. Le cadde la tazza dalle mani e
corse davanti allo schermo della TV; s’inginocchiò davanti e con le dita
accarezzava lo schermo mentre su questo appariva il primo piano dell’arciere,
come se volesse consolarlo.
<Oh Clint
…> disse, dispiaciuta e preoccupata.
Nel Connecticut,
il professor Steve Rogers sentì la notizia alla radio mentre si trovava in auto
per andare alla Lee Academy dove insegnava.
<No, non è
vero. Non ci credo. Nemmeno tra un milione di anni.>
Andò avanti con
questo genere di pensieri increduli anche quando le macchine dietro di lui
cominciarono a strombazzargli col clacson.
Nel suo lussuoso attico di Central Park West
la bellissima spia ed avventuriera russa Natasha Romanoff
stava facendo colazione quando lesse sull’edizione quotidiana del Daily Bugle dell’omicidio di
Barlow e dell’implicazione del suo ex amante. Stropicciò il giornale e lo gettò
ai piedi del letto, imprecando nella sua lingua madre, poi si alzò dal letto e
indossando la sua vestaglia di seta guardò fuori dalla finestra con aria
pensierosa.
Carcere di Riker’s
Island. Poche ore dopo.
Gli lasciarono tenere il costume, come permetteva la legge (3). I secondini lo scortarono alla sua cella. Non appena le porte blindate si aprirono si scatenò l’inferno: rotoli di carta igienica incendiata venivano lanciati dalle celle più alte. Le urla degli altri carcerati riecheggiavano nel corridoio, un boato tale che neppure allo stadio durante il Superbowl si sentivano. Erano tutti insulti e minacce per il Vendicatore.
<FALCO, SARAI LA
MIA PUTTANA!>
<TI APRO COME UN
FOTTUTO PESCE, FALCO!>
<SEI STRAMORTO,
FIGLIO DI PUTTANA!>
<CI BECCHIAMO
NELLE DOCCE!>
<TI CAVO GLI
OCCHI E TE LI FACCIO INGOIARE!>
<TE LO FICCO FINO ALLE BUDELLA, FALCO!>
<VAFFANCULO, BASTARDO!>
<QUI NON CI SONO I VENDICATORI A PARARTI IL CULO, STRONZO!>
<TI SPEZZERO’ TUTTE LE OSSA CHE HAI
IN CORPO!>
<BENVENUTO ALL’INFERNO, FALCO!>
Gli agenti gridavano inutilmente di tacere. Falco ribolliva di rabbia, ma mantenne una calma apparente per tutto il tragitto. Si lasciò andare solo una volta che fu in cella, da solo. Prese a pugni il muro e imprecò con grande rabbia.
<Ingabbiato come un criminale qualunque. Hai fatto un bel lavoro, Taskmaster. Giuro che non appena esco di qui te la farò pagare, quant’è vero il mio nome …>
Era passata meno di un’ora dal suo arrivo a Riker’s che una guardia fece scivolare un bigliettino sotto la porta della sua cella. Falco lo aprì e vide che al suo interno vi era una lametta da barba.
Ciao Terry,
Mi sentivo solo qui in gabbia, sono contento
che sei venuto a trovarmi. Qui ci sono altri vecchi amici che non vedevano
l’ora di rivederti, e tanti altri nuovi che vogliono fare la tua conoscenza.
Vedrai come ci divertiremo …
Non era firmato, ma Occhio di Falco capì immediatamente di chi si trattava: Tagliagole gli aveva dato il suo personale benvenuto …
Continua …
Le Note
Doveva accadere anche
a lui, prima o poi: ogni supereroe che si rispetti presto o tardi è stato
accusato per un reato che non ha commesso:
è successo a Capitan America, ad Iron Man,
l’Uomo Ragno ha ormai perso il conto della false accuse sul suo conto … e oggi
è toccato anche al nostro amato arciere. Con questo si spiega la funzione di Roscoe Barlow, personaggio introdotto da me nel numero 2 e
di cui ho accennato i movimenti nei numeri scorsi. In sottofondo, scopriamo
qualcosa in più su Maya Lopez.
1 = Joe Carson alias Injun Joe era un personaggio creato da Roger Stern e un allora
giovanissimo Frank Miller sulle pagine di Daredevil.
Criminale minore della malavita newyorkese, era una presenza ricorrente nelle
storie firmate da Miller prima di venire ucciso, come avete appena letto, dal
Trust, un’organizzazione di vigilanti dagli oscuri scopi che fu poi distrutta
dal Punitore. L’idea che sia il padre di Maya Lopez - e che si diede al crimine per darle una
vita privilegiata mi è stata suggerita
dal nostro EIC Carlo Monni.
2= Zelda DuBois alias la Principessa Pitone è uno dei personaggi
Marvel di vecchia data, creata da Stan Lee e Steve Ditko
su The Amazing Spider Man n. 22
datato marzo 1965. E’ stata dunque una delle primissime criminali affrontate
dal nostro affezionatissimo Uomo Ragno di quartiere. Ex membro del Circo del
Crimine e della Società dei Serpenti, fa il suo esordio in Marvel IT in una
veste completamente nuova.
3= Nell’universo
Marvel è ormai consolidata la legge che prevede la mantenimento della maschera
– e che dunque ne conservi l’anonimato -
di un supereroe prima del processo. Ha
avuto diversi precedenti, la prima volta che accadde – se la memoria non
m’inganna - fu sulle pagine dell’Uomo
Ragno.
Nel prossimo
numero: Occhio di Falco, privo di arco e frecce, dentro un carcere pieno di
gente che vuole fargli la pelle … cosa credete che accadrà? In più come ospite
d’onore, il più famoso avvocato di tutto il Marvel Universe
… eh se non avete capito a chi mi riferisco, siete davvero ciechi … ^_-
Carmelo Mobilia